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E' tempo di cambiare il Portafoglio

valentinamarzioni

La vita a cui siamo abituati è scandita da diverse routine, le pulizie di primavera, il cambio di armadio in estate, i regali a natale e a gennaio l’attività preferita da chi investe è rivedere i portafogli di investimento.


Puntualmente a gennaio si tirano le somme dell’anno precedente e si guarda al futuro, chi è più attivo esegue back test e analisi di scenario, chi è più pigro (o lazy in inglese) riallinea solo le percentuali al valore di partenza, vendendo quello che è andato meglio per comprare quello che è andato peggio.


L’industria del risparmio gestito è abituata a ragionare sul rapporto rischio/rendimento, ovvero in base al peso dedicato al mercato Azionario e al Mercato Obbligazionario, posso aspettarmi rendimenti diversi.


Figura 1: frontiera efficiente creata da MSCI World e Global Aggregate Bond in base ai pesi
Figura 1: frontiera efficiente creata da MSCI World e Global Aggregate Bond in base ai pesi

Si potrebbe dire, ad ognuno il suo rischio, anche se nella realtà il puntino rappresentato nel grafico è solo una rappresentazione che sicuramente non indicherà il rendimento che il portafoglio otterrà nel 2025 e negli anni precedenti.


E’ solo una rappresentazione utile per capire che a rischio maggiore (percentuale di azionario) corrisponde un rischio maggiore.


La narrativa creata su questi concetti è talmente forte, che spesso ci si dimentica delle alternative e si pensa che meglio del benchmark e della frontiera efficiente non si possa andare.


La realtà è che ci sono molte asset class da poter inserire in portafoglio, oltre ad Azioni ed Obbligazioni, e anche all’interno di quest’ultime ci sono varie categorie come si può vedere dalla tabella qui sotto.


Figura 2: Callan periodic table source: Coinshares
Figura 2: Callan periodic table source: Coinshares

Nel 2025 ci troviamo di fronte ad un cambio epocale che non può essere ignorato.


I mercati finanziari sono tiratissimi, siamo ai massimi non solo di prezzo, ma anche di moltissimi indicatori statistici a partire dal P/E, che è uno degli indicatori più conosciuto in finanza e indica normalmente se una azione è cara od a sconto.


L’inflazione è a mio modesto avviso, lo spauracchio maggiore (anche se molte persone continuano a sostenere che sia stata domata) perché si intravvedono già tensioni sui prezzi di energie e materie prime, proprio come successe a fine 2021 e inizio 2022, e se dovesse tornare un’altra fiammata di inflazione, la storia ci insegna che sarebbe ben maggiore della prima, quella vissuta nel 2022 per intenderci.


Come è strutturato il vostro portafoglio per beneficiare, o almeno proteggersi da uno scenario del genere?


I più attenti avranno notato sulla tabella che c’è una nuova asset class emergente, che ormai non si può più ignorare, all’interno della categoria Digital Assets, che si chiama Bitcoin, che è il principale asset di riferimento, ma non l’unico di un nuovo mondo emergente, chiamato anche Internet of Value.


Ebbene, dopo l’approvazione dell’ETF sul Bitcoin a gennaio 2024, con relativo rialzo fino ai massimi di periodo prima dell’Halving, (ovvero il dimezzamento della remunerazione dei Miners sul Bitcoin), dopo l’elezione di Trump che vuole realizzare una riserva in Bitcoin del governo americano, dopo il superamento dei 100.000$ di prezzo per un singolo Bitcoin, ignorare questa nuova asset class è diventato impossibile e addirittura pericoloso.


Quindi il dipartimento di ricerca di Diaman Partners ha elaborato una serie di portafogli a pesi decrescenti di Obbligazioni e Azioni (Global Aggregate Bond e MSCI World) e poi ha ipotizzato di inserire una dose omeopatica crescente di Bitcoin in portafoglio.


Figura 3: Inserimento del 2% di Bitcoin in un portafoglio Equity e Bond
Figura 3: Inserimento del 2% di Bitcoin in un portafoglio Equity e Bond

Come si può facilmente evidenziare, un semplice 2% di Bitcoin inserito nel portafoglio migliora il rischio rendimento del portafoglio in modo più che proporzionale, perché la massima perdita che si può subire se proprio le crypto dovessero scomparire è pari al 2% (ipotesi molto remota), mentre il contributo annuale di sovra rendimento è ben maggiore (ipotesi molto probabile).


Figura 4: Inserimento del 5% di Bitcoin in un portafoglio di Equity e Bond
Figura 4: Inserimento del 5% di Bitcoin in un portafoglio di Equity e Bond

 Il fenomeno si accentua se all’asset allocation di portafoglio dedichiamo un 5% in Bitcoin, perché come potete osservare un portafoglio 100% azionario, se gli togliamo un 5% di azioni e gli mettiamo il 5% di Bitcoin, innalza il rendimento medio annuo (passato ovviamente, in futuro vedremo)da poco meno del 8% annuo al 12% annuo, con un incremento in termini relativi del 50% del rendimento atteso, mentre la volatilità cresce di meno (dal 16% al 17,5%).


Figura 5: Inserimento del 10% di Bitcoin e opportunità che si aprono
Figura 5: Inserimento del 10% di Bitcoin e opportunità che si aprono

 Ancora più interessante se inseriamo il 10% di Bitcoin in portafoglio, perché di fatto una strategia 90% Global Aggregate Bond e 10% Bitcoin avrebbe ottenuto negli ultimi 5 anni un rendimento più elevato di un portafoglio investito al 100% sul MSCI World, con una volatilità drasticamente minore e un expected drawdown decisamente inferiore.


Se invece un investitore avesse messo il 10% in Bitcoin ed il 90% in MSCI World, avrebbe ottenuto un rendimento doppio al portafoglio 100% Azionario, con un incremento non proporzionale della volatilità.


Ultima nota interessante, se un investitore volesse tenere la stessa volatilità di un portafoglio 100% azionario introducendo il 10% di Bitcoin, avrebbe bisogno di un portafoglio con il 60% di Azioni solamente.


Insomma, non conoscere il Bitcoin, il suo Network ed il suo funzionamento, non è una buona attenuante per non investirci una dose omeopatica in portafoglio, in base al proprio profilo di rischio, non solo per il 2025, ma soprattutto per i prossimi 20 anni.


Buon 2025 e buone scelte di investimento, la palla passa a voi…




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