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PayPal, abbiamo un problema



Se non vivete su Marte, avrete sicuramente saputo che Paypal ha lanciato una stablecoin in partnership con Paxos (ho meglio un E-Money Token, se ci basiamo sulla classificazione MiCA).

Per darvi un po’ di retroscena, Paxos era lo stesso emittente che emetteva BinanceUSD (BUSD), ma che ne ha dovuto interromperne l’emissione a febbraio di quest’anno, a causa della stretta della SEC (la “Consob” americana) nei confronti di Binance, il più grande exchange al mondo, che dalla sua sede alle Cayman, secondo la SEC, si sarebbe prestato a pratiche scorrette.

Il nuovo token, chiamato PYUSD, è collegato a un dollaro in depositi o titoli di stato a breve termine, ed è emesso sulla blockchain di Ethereum secondo lo standard di mercato ERC-20, il più diffuso, interoperabile e compatibile con il maggior numero di applicazioni.

PayPal, all’interno della sua app, consentirà gratuitamente i servizi di conversione da dollari a PYUSD e di trasferimento dei saldi tra cittadini statunitensi all’interno dell’app, e consentirà l’invio dei token a un indirizzo Ethereum esterno senza sovrapprezzi rispetto alle commissioni di transazione applicate dal network.

Tale commissione di transazione, infatti, non dipende da Paypal, e serve a remunerare i nodi validatori per il lavoro e il capitale impiegato per mettere in sicurezza la rete.

In questo momento di bassa congestione, e per la maggior parte della storia del network, tale commissione di transazione è mediamente inferiore a un dollaro per invio, indipendentemente dall’ammontare inviato, ed è quindi molto competitiva rispetto alle commissioni applicate ai trasferimenti di dollari applicati in ambito internazionale che, per dare alcuni riferimenti, possono arrivare ad avere una forte incidenza:

fino al 20% applicato ai pagamenti con servizi di rimesse

fino al 4% applicato ai pagamenti con carta di credito

fino al 2% applicato ai bonifici internazionali

L’invio tramite rete Ethereum, oltre ad essere quindi normalmente più conveniente, è anche immediatamente finalizzato (e non reversibile) nel giro di un paio di minuti, mentre le modalità sopracitate in alcuni casi necessitano di svariati giorni perché il trasferimento si concluda.

Ma se le commissioni di transazione di Ethereum adesso sono basse, non è stato sempre così: nei momenti di massima euforia del mercato, tipicamente nei momenti di “bull run” la rete tende a congestionarsi e il mercato delle fee diventa come un’asta: chi paga di più ha diritto a scrivere sulla blockchain, gli altri aspettano.


Fig. 1 - costo medio per transazione


Rileviamo quindi che, nel corso della prima metà del 2021, quando in molti volevano scrivere sulla blockchain Ethereum (per creare e scambiare collezioni di NFT) la commissione media è stata intorno ai 20$, con punte superiori ai 50$.

Ad oggi, infatti, la rete Ethereum è in grado di processare 20 transazioni al secondo, ben lontani dal massimo di 24.000 transazioni al secondo che, ad esempio, la rete Visa è in grado di processare. Senza entrare troppo nel tecnico, questi “limiti” delle soluzioni distribuite basate su Blockchain non sono facilmente risolvibili a meno di “snaturare” i punti di forza che contraddistinguono questa tecnologia, che sono in sintesi la sicurezza, l’immutabilità, la resistenza alla censura, l’apertura (senza confini nazionali), la natura “trust-less” e decentralizzata (il cosidetto “Trilemma” della blockchain).

Se PYUSD, o anche altre stablecoin o e-money token che molte istituzioni stanno pensando di lanciare in questi giorni, vorranno davvero diventare il futuro standard dei pagamenti, dovranno risolvere questo problema, e di fronte a loro hanno alcune soluzioni, di cui però nessuna al momento pare definitiva:

· lanciare la stablecoin anche su altre chain, le cosiddette “Ethereum killer” ma che noi chiameremmo più prudenzialmente “Ethereum companions”, visto che semplicemente si propongono come alternative nei momenti di congestione o comunque a costo inferiore. Per esempio la stablecoin Tether utilizza “Tron” come seconda blockchain per lo scambio dopo Ethereum

· utilizzare “sidechain” che sono blockchain che si appoggiano a una blockchain di primo livello ereditandone la sicurezza ma che ne ampliano funzionalità e prestazioni. Esempi di questo tipo sono Polygon per Ethereum o Stacks per Bitcoin.

· utilizzare soluzioni di scalabilità dirette, cosiddette “layer2”, che si appoggiamo al “layer1” per ereditarne la sicurezza, ma ne ampliano scalabilità e prestazioni. Esempi potrebbero essere Arbitrum e Optimism per la blockchain Ethereum o Taproot Asset per la blockchain Bitcoin. Se queste soluzioni sono molto promettenti, al momento sono ancora un po’ “acerbe” e sperimentali

· lanciare un “layer2” proprietario, come ha fatto Coinbase con il lancio di “Base”. Se in questo caso è necessario un compromesso di sicurezza basato sul fatto che sarebbe necessario riporre fiducia nell’amministratore di questo “layer2”, si potrebbe replicare che chi investe i propri fondi in PYUSD ha già in ogni caso riposto la propria fiducia in Paypal


Quindi, cara PayPal, se il tuo progetto avrà successo, e siamo sicuri che ha le carte in regola per averlo, dovrà affrontare, meglio prima che dopo, il problema della scalabilità del network di Ethereum, altrimenti potrebbe rivelarsi un boomerang che ti si ritorce contro.

Il nostro consiglio è di creare un proprio Layer 2 proprietario, su cui fare girare la vostra PYUSD ed altre stablecoin di terzi, senza precludere la possibilità di creare delle pool di DeFi per scambiare tale stablecoin con altri token, anche di altri network.


Il Team di ricerca Diaman Partners

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